Si riporta di seguito il testo della Lettera aperta inviata dal Senatore Raffaele Fantetti (PDL) al Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta in data 6 novembre 2010 

 

 

 

On. Prof. Renato Brunetta

Ministro Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione

Palazzo Vidoni - Corso Vittorio Emanuele II, 116 - 00186 Roma

e p.c. Sen. Andrea Augello

         Sottosegretario di Stato

 

Roma, 6 novembre 2010

 

LETTERA APERTA AL MINISTRO BRUNETTA

 

 

Illustre Ministro,

 

come sa, in base alla precedente nostra corrispondenza, ho posto a fondamento del mio mandato parlamentare la difesa degli interessi legittimi degli Italiani residenti all’estero – ed in particolare di quelli in Europa, cui devo la fiducia politica che mi ha portato in Parlamento – e quella delle nuove generazioni, ovvero dei giovani Italiani (che non vorrei dovessero tutti diventare miei elettori all’estero!).

Le due tematiche sono ormai intrinsecamente legate tra loro visto che negli ultimi 10 anni, una media annua (secondo dati Istat- Migrantes) di oltre 30.000 giovani sono stati costretti a lasciare il nostro Paese ed ormai circa il 60% degli iscritti all'AIRE hanno meno di 40 anni. La maggior parte di loro sono – come andiamo denunciando pubblicamente da anni – vittime incolpevoli dell’imperante “Gerontocrazia” e della mancanza di meritocrazia che attanaglia l’Italia e ne impedisce l’evoluzione. Inutile ripetere qui la litania di validi argomenti che dovrebbero stringere tutti coloro che sono in condizione di fare qualcosa di concreto ad impedire tale suicidio del nostro Paese. Ed invece, si pensa a qualsiasi altro dissesto (dal finanziario all’idrogeologico), ma non a quello politico-sociale che il dramma della disoccupazione giovanile sta producendo in Italia. Addirittura, si è arrivati a non assumere i vincitori di concorso pubblico!

Solo per farLe un esempio, 105 funzionari C1 (da 1.300 Euro netti al mesi, tanto per capirsi), selezionati tra una platea iniziale di 12.500 candidati riuniti al Palasport di Roma, dopo esami scritti ed orali protrattasi per circa un anno e sulla base di titoli di laurea e conoscenza di
almeno due lingue straniere, a 18 mesi dalla proclamazione della lista dei vincitori, sono ancora a casa a mendicare l’elemosina dei parenti o impegnati in qualche indegno co.co.co. Molti altri casi sono stati documentati dagli interessati (perché, apparentemente, la Funzione Pubblica, su esplicita richiesta del Comitato che riunisce spontaneamente i vari “Vincitori di concorso pubblico non assunti” non sarebbe stata in grado neanche di quantificarne la portata ufficiale?!) e portati civilmente all’attenzione pubblica in una manifestazione dinnanzi a Montecitorio qualche settimana fa.

Ne sono seguite, ancora una volta, interpellanze e missive agli interlocutori responsabili di ogni tipo col solito desolante risultato: NIENTE. E' per questo che Le scrivo questa Lettera Aperta e Le domando: ma questa nostra e' ancora una "Repubblica basata sul Lavoro"? Lei non ha messo alla base della benvenuta Riforma della P.A. il suo ricambio e il criterio discriminante del merito? E, allora, come fa a consentire tali situazioni? Li formiamo (con quello che sosta) e li costringiamo tutti – a partire dai migliori e dai meno “protetti” – ad abbandonare il paese per sempre? “Perché c’è il Debito pubblico ed il Patto Europeo di Stabilità impone restrizioni alla spesa pubblica”, si dice. “Non sono questi giovani ad averlo prodotto e non sono loro a doverne pagare tutte le conseguenze”, Le rispondo io. Sono sinterizzazioni, me ne rendo conto, ma non aliene dal cuore del problema e, se desidera, possiamo argomentare in dettaglio.

Il Governo Berlusconi, nella crisi, come da me espresso in un intervento nella discussione generale della Fiducia al Senato lo scorso 30 Settembre (http://www.fantetti.org/), ha agito in modo lungimirante a difesa del Lavoro. Ora deve dare un seguito legale e morale a tale politica perchè questa situazione non e' ulteriormente sopportabile, da nessun punto di vista: morale, sociale, economico, culturale, ecc. Il Governo, nel quale il sottoscritto e la maggior parte degli Italiani crede sinceramente, DEVE rispondere, iniziando comunque ad assumere coloro che ne hanno maturato e meritato il diritto.

 

Grato per la Sua attenzione e in attesa del Suo importante riscontro, porgo

 

Distinti Saluti

 

 

Sen. Raffaele Fantetti