Concorsi pubblici, martedì alla Camera un testo dei 100mila vincitori non ancora assunti

di Giuseppe Cozzolino

 

Sembra ancora lontana da una soluzione la vicenda che rigaurda i quasi 100mila vincitori di concorsi pubblici di tutta Italia non ancora assunti. Lo denuncia il Comitato XXVII Ottobre, attraverso un testo che sarà letto martedì alla Camera dei Deputati. La vicenda, che in diverse città assume i contorni della farsa, è stata nuovamente sottovalutata dalla classe politica, che si è limitata ad un posticipo della validità delle graduatorie di appena tre mesi, lasciando praticamente tutto invariato.


"Due mesi fa - si legge nella nota - in una riunione informale presso la Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, si era espresso in maniera nettamente favorevole alla ricerca condivisa di soluzioni che avrebbero dovuto, oltre che posticipare la validità delle graduatorie scadute al 31.12.2010, rimuovere gli ostacoli legislativi che, nei fatti, impediscono a questo esercito di nuovi disoccupati di entrare nel mondo del lavoro pubblico dopo aver attraversato il previsto meccanismo sancito dall’art. 97 della Costituzione."

Ed invece, continua, "leggendo il testo dell’emendamento 1.900 (c.d. Maxi emendamento), apportato dal Governo in sede di conversione del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225, abbiamo potuto constatare come i buoni propositi siano rimasti tali. E’ di tutta evidenza, infatti, che posticipare la scadenza delle graduatorie dal 31.12.2010 al 31.03.2011 rappresenti esclusivamente una mera azione di facciata, forse utile solamente agli estensori della norma stessa".

"E’ infatti utile ricordare - aggiunge - come il blocco parziale del turn over, ostacolo principale tra i concorsisti ed il posto di lavoro, produrrà i suoi effetti nefasti fino al 2014 – grazie all’ultima proroga operata dal Ministro dell’Economia – rallentando e dilatando enormemente i tempi delle assunzioni da parte delle Amministrazioni interessate". Ed infine chiosa: "Tutto questo Noi lo abbiamo detto. Lo abbiamo scritto. Lo abbiamo gridato in piazza di Montecitorio il 27 ottobre 2010. Lo abbiamo ribadito in Commissione Lavoro. E per un attimo abbiamo anche creduto di aver raggiunto un punto fisso ed inamovibile delle Nostre rivendicazioni. Salvaguardare tutte le graduatorie in scadenza; salvaguardare la vita e la dignità di centinaia e centinaia di amici/compagni di sventura".

Una promessa, insomma, non mantenuta dopo che "ci era stato garantito da chi rappresenta il Popolo delle Libertà in Commissione Lavoro. Questo era l’impegno comune che, trasversalmente, ci eravamo assunti tutti quanti. Lavorare, passo dopo passo, per porre la parola fine a questa assurda vicenda. E, francamente, constatare che i tanti impegni, i tanti entusiasmi, le infinite aspettative messe in campo siano state abbandonate senza colpo ferire, ci danneggia moralmente e personalmente".