Giovedì 11 novembre 2010

 

PER LO SVILUPPO DEL PAESE: UNA PA CHE FUNZIONA, PIU’ GIOVANE, INNOVATIVA E TRASPARENTE!

ore 15.30, Cinema Capranichetta

Piazza Montecitorio, Roma

 

 

 Il Forum è stato l’occasione per raccogliere idee programmatiche in vista della stesura del documento finale da presentare all'Assemblea nazionale del PD che si terrà a Napoli nel prossimo mese di gennaio. La PA figura, ovviamente, tra i temi del documento programmatico dell'Assemblea.

Il documento programmatico sulla base del quale si è svolto l’incontro di ieri ingloba anche la situazione dei vincitori ed idonei di pubblico concorso non assunti, riferendosi alla necessità di ringiovanimento (nel senso sia di età che di competenze) che di miglioramento della PA.

 

L’intervento della rappresentanza del Comitato XXVII Ottobre (il secondo, nella scaletta degli interventi) è stato seguito con grande interesse dai presenti. Molti dei successivi relatori, tra cui in particolare l’On. Enrico Letta e il Sen. Paolo Nerozzi, ne hanno approfondito diversi aspetti.

 

Si riporta di seguito il testo dell’intervento dei rappresentanti del Comitato XXVII Ottobre:

 

 

" Buonasera a tutti,

prima di tutto volevo ringraziare l’On. Oriano Giovanelli per averci invitato a questo importante appuntamento.

E ringrazio anche l’On. Cesare Damiano, il Sen. Paolo Nerozzi, gli On. Madia e Meloni per il sostegno alle iniziative promosse in questi mesi dal Comitato che rappresento qui oggi.

Oggi abbiamo infatti la possibilità di poter raccontare una storia assurda, impensabile in un paese civile e rispettoso delle regole. Un caso che, tra l’altro, è inserito nel punto 7. del documento programmatico che si discute quest’oggi. Una vicenda che coinvolge, attualmente, circa 70mila persone (ma questo è un dato del 2007, e probabilmente la cifra è aumentata dal momento che si sono nel frattempo conclusi altri concorsi). Noi, queste 70.000 persone, siamo vincitori ed idonei di pubblici concorsi MAI ASSUNTI. Un esercito di “cervelli” che ha acquisito un diritto passando attraverso il meccanismo sancito dall’art. 97 della Costituzione, che prevede, in maniera inequivocabile che “….Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

Negli ultimi anni si è parlato molto spesso di migliorare la Pubblica Amministrazione, di renderla più efficace, più efficiente. Di renderla meritocratica. Ma le leggi e i decreti promulgati a questo scopo vanno nella direzione sbagliata. Questa è la verità.

E’ stato, ad esempio, introdotto un sistema per promuovere la meritocrazia, escludendo il 25% di coloro che non raggiungono i risultati prefissati alla distribuzione dell’incentivo e dall’indennità di risultato. Ma tutto il sistema della meritocrazia è stato bloccato per 3 anni dal manovra di luglio, per mancanza di fondi.

Ancora un esempio: il Governo si è vantato di avere ridotto l’assenteismo. Ma questo ha in realtà diminuito l’efficienza, perché con un numero uguale di risorse umane (che non si assentano più) e quindi con un numero maggiore di ore lavorate la PA ha erogato la stessa quantità di servizi e prodotti.

Ed altre e più gravi, dal nostro punto di vista, sono le conseguenze degli ultimi provvedimenti legislativi.

Il blocco del turn over impedisce l’innesto proprio di quelle competenze necessarie alla PA per svolgere bene i propri servizi. Blocca proprio quell’aumento di produttività che tanto servirebbe alla macchina pubblica e quindi a tutto il Paese. E che, tra l’altro, promuoverebbe il contrasto alle conseguenze dall’attuale crisi economica che, è evidente, no?, non è ancora finita.

Se si fa in modo che la P.A. non trovi più al suo interno le competenze necessarie per svolgere le sue funzioni, per erogare ai cittadini determinati servizi, che cosa può accadere al comparto pubblico, se non un’ulteriore perdita di efficacia ed efficienza ed un ulteriore aggravio dei costi per la collettività?

Sempre a proposito di costi, alle nostre interpellanze e interrogazioni, lo stesso Governo ha risposto che le Pubbliche Amministrazioni possono tranquillamente far scadere le graduatorie in corso di vigenza e bandire, successivamente, nuovi concorsi pubblici. Così, come se niente fosse. Come se le aspettative, i sogni, le speranze di tanti giovani ragazzi non valessero niente. Ricordiamo che alcune graduatorie scadranno proprio alla fine di quest’anno, impedendo a persone già selezionate di potere dare il proprio contributo.

Tra l’altro, ci chiediamo, perché mai il blocco del turn over non si applica sull’autorizzazione a bandire i concorsi invece che sull’autorizzazione ad assumere? Perché si spreca denaro pubblico per dare avvio alla costosa macchina concorsuale e poi si tira il freno a mano una volta che si è a pochi metri dal traguardo?

Anche l’obbligo per le Amministrazioni di ridurre, entro il 30 giugno 2010, la dotazione organica del 10% prevede un’unica sanzione nel caso l’Ente sia inadempiente: non potere assumere!

Ed ecco che gli effetti combinati di questi provvedimenti legislativi producono quel mostro sociale che sono i vincitori ed idonei non assunti. Addossano sulle spalle delle nuove generazioni la responsabilità di una cattiva gestione della cosa pubblica. Contribuendo ad impoverire non soltanto la PA, ma l’intero paese ed il suo bagaglio di risorse umane. Impedendo quel necessario e fondamentale ricambio generazionale utile allo sviluppo del Paese. Sì, perché il danno non lo subiamo solo noi vincitori ed idonei non assunti, ma tutta la PA, e con essa tutto il nostro paese.

Si impediscono nuove assunzioni, si impedisce l’ingresso di risorse qualificate, competenti (e già selezionate, questo è l’elemento più assurdo) nella PA italiana.

Come possiamo ben vedere, purtroppo, il sistema attuale, da qualunque parte lo si guardi, tende sempre e comunque a mortificare il merito e le competenze, in contraddizione palese con quanto affermano gli esponenti del Governo.

Un sistema che, invece di combattere il precariato e gettare le basi per un rinnovo serio del paese, alimenta il blocco della mobilità sociale che tutti abbiamo sotto gli occhi. Alimenta la fuga dei cervelli.

Ho parlato di precariato, e non a caso!

Vorremo fare molta chiarezza su questo tema: precario non è solo colui che è assunto con tipologie contrattuali temporanee. Precaria è un’intera generazione che fatica a trovare la stabilità lavorativa necessaria a costruire il proprio futuro, professionale e personale. La gran parte dei vincitori e idonei di concorso è composta da precari, da lavoratori interinali, da lavoratori a progetto, da collaboratori occasionali.

Ma su una cosa vorrei essere altrettanto chiaro: il fatto di avere contratti che scadono ogni mese o ogni anno, il fatto di essere flessibili (e spesso insicuri) non ci ha privato della consapevolezza di avere dei diritti. Non ci impedisce di capire che la stessa generazione che aveva lottato per un ampliamento della tutela dei lavoratori ha poi sacrificato sull’altare della produttività i diritti di una parte di quegli stessi lavoratori. Ha sacrificato noi, i lavoratori più giovani. E senza neanche raggiunger quei risultati di produttività prefissati.

Ma la macchina dei concorsi pubblici non ha solo prodotti sprechi. C’è una nota positiva da sottolineare. Devo dire che le persone selezionate sono davvero risorse, noi siamo davvero persone qualificate e competenti!

E infatti non dimentichiamo di avere dei diritti, non aggiriamo la necessità di trovare soluzioni condivise che ci permettano di riacquisire il diritto al futuro. La precarietà non si è tradotta in rassegnazione. Siamo consapevoli e preparati, siamo stati capaci di organizzarci, difenderemo il nostro diritto al lavoro e non ci arrenderemo tanto facilmente!

Grazie a tutti e buon proseguimento "